2 – 17 – 24 giugno e 21 luglio

2 – 17 – 24 giugno e 21 luglio



Amo la storia delle parole. M’incuriosisce sapere da dove vengono; da quanti secoli galleggiano sulle labbra degli uomini. Quelle di oggi sono: CREDERE e SAPERE.
Pare che CREDERE venga dal sanscrito “CRAD”, “fede” e “DHA” , “io mi pongo”. Insomma CRAD-DHA vorrebbe dire “io mi pongo con fede”.SAPERE invece sembra derivi da “SAP”, un’antica parola osca, una lingua italica antica come il latino. Vuol dire “dal forte sapore”, “evidente, inconfondibile”. Io CREDO a molte più cose di quelle che SO e credo perché è più comodo. Credere è dei pigri, non richiede alcuna preparazione, nessuno sforzo se non aver fiducia. Abbracci una fede e poi ti ci affidi. Per questo si può solo CREDERE in Dio. Non si può SAPERE se esiste o meno.
Dunque io sono un credulone. CREDO che le mamme siano buone e i papà severi, ma giusti. CREDO che la scuola insegni ai ragazzi a leggere, scrivere e magari a farsi un’opinione; CREDO che le leggi servano a porre un limite all’egoismo e alla prepotenza di tutti e che difendano i deboli dai sopprusi dei forti e CREDO che la cucina italiana sia la migliore del mondo. Anzi no, questo lo SO per certo.
Si può anche credere a cose brutte. Ad esempio io CREDO che la politica del mio paese non abbia alcun interesse né per me, né per quelli come me e che si occupi della cosa pubblica al solo scopo di farla diventare “cosa loro”. Tuttavia, per rimanere nel campo delle credenze positive, CREDO che il giorno in cui mi porteranno in un ospedale, se ci arriverò ancora vivo, il medico e l’infermiere che si prenderanno cura di me faranno del loro meglio per farmi sopravvivere. E che faranno così anche con i miei cari e con chiunque altro si presenti.
Certo, io SO, cioè ho le prove, informazioni oggettive e testimoni che esistono alcune madri che uccidono i loro figli; SO anche che ci sono cattivi maestri così come leggi non buone e SO anche che ci sono pessimi ospedali, medici e infermieri impreparati. Di politici onesti, non avendone mai conosciuto uno che fosse uno, posso dire che NON LO SO e quindi continuo a credere che siano tutti disonesti.CREDO quindi che in tempi di malattia somministrare una cura, per giunta a tutti e per giunta gratis, sia una cosa buona. Il vaccino è pericoloso? NON LO SO, ma CREDO che lo sia entro limiti ragionevoli.
Nei vaccini sono presenti feti umani, formaldeide, mercurio, grafene e chi più ne ha, più ne metta? NON LO SO, non sono un farmacista, né un biologo e neppure un chimico. SO che con la prima dose Astrazeneca sono stato parecchio male e con la seconda no. Non SO come sarei stato se avessi contratto il covid in forma grave, ma CREDO che avrei potuto passarmela peggio.
NON SO se cortisone, ivermectina e idrossiclorochina, arnica, brodo di pollo, bagni caldi, varechina o altro siano la cura giusta, ma NON LO CREDO. CREDO infine che un pezzo di carta o un codice su un telefonino servano davvero a poco e SO che più che altro sono una forma di pressione per indurre alcuni a decidersi verso una scelta che CREDO giusta per il bene di molti. Il green pass è fatto male? Pazienza, rientra nel novero delle tante leggi che SO essere ambigue e poco efficaci e verso le quali né io né i miei concittadini si sono mai ribellati né hanno mai manifestato.
Volete un esempio? Guardate come sono regolati il lavoro, la scuola o la politica e poi ditemi se avete mai protestato contro l’incompetenza, l’arroganza, l’incabacità, l’inettitudie o l’insipienza.CREDO tuttavia che ognuno abbia il diritto di pensare quello che vuole, così come CREDO abbia il diritto di dissentire apertamente e pubblicamente da quello che pensa o crede la maggioranza.
Accade spesso e per un sacco di cose: religione, partiti politici, squadre di calcio, bionde o brune. Accade sempre quando c’è una maggioranza e una minoranza, ma SO che si può fare solo in una democrazia. SO che in una dittatura non si protesta mai oppure lo si fa a rischio della vita, quindi SO che oggi non vivo sotto una dittatura.Quello che SO è che non trovo giusto che chi CREDE a qualcosa di diverso da me si comporti come se sapesse, se possedesse la verità rivelata, se avesse l’illuminazione mentre sta solo … credendo a qualcosa di diverso. Prega solo un altro Dio.

“STAZIONE DI PERUGIA! TRENO ACCELERATO DA TERONTOLA PER FOLIGNO E’ IN ARRIVO AL BINARIO 1. FERMA A PERUGIA PONTE SAN GIOVANNI; OSPEDALICCHIO; BASTIA UMBRA; ASSISI; CANNARA; SPELLO; FOLIGNO!”
Mia nonna mi teneva forte la mano perché una stazione, con i treni e tutta quella gente, è sempre un posto pericoloso. “Stai attento a Foligno! Non parlare con nessuno e non aprire le porte per nessun motivo!” Annui in silenzio. Mi sentivo grande, come se partissi per un viaggio ai confini del mondo e invece tornavo a casa mia, a Falconara Marittima provincia di Ancona. Però viaggiavo da solo.Vicino a noi due Allievi Ufficiali di Complemento parlavano a bassa voce. Sembrava se la tirassero un po’ con i loro guanti calzati ed il berretto con visiera calato sugli occhi. Erano magri. Erano giovani. Mio nonno mi aveva spiegato che tornavano alla scuola di artiglieria di Foligno e che un giorno sarebbero stati ufficiali. Lo diceva con quel tono di rispetto che solo chi aveva fatto la guerra riusciva ad avere. Passò un bersagliere di leva con uno strano fez rosso, rosso. Nell’incrociare i due AUC fece il saluto. In fondo al binario una coppia di fidanzati non aveva ancora deciso se baciarsi, sorridersi o tenersi per mano e facevano tutto insieme. Li osservai e mi venne da ridere. Non avevo ancora l’età per capire che nella vita può capitare di avere lo stesso cuore diviso in due corpi.

Poco oltre due marinai se ne stavano seduti sulla panchina fumando tranquilli. Il vento leggero sollevava un lembo del solino. Mi sa che tornavano in porto ad Ancona. – Eccolo! – Mia nonna avvistò la locomotiva ancora lontanissima. Non ci vedeva un gran che, poverina, ma la locomotiva non le sfuggiva mai. Credo che per lei portarmi in stazione fosse una sorta di festa. Anche mio padre mi portava ogni tanto a vedere i treni. Agli inizi degli anni ’70 per un bambino guardare i treni era ancora considerato uno spettacolo. Alla fine la motrice si fermò con uno stridio di freni e un leggero tremolio che si trasmise a tutto il marciapiede. E la gente iniziò a correre. Chissà perché: Solo i militari non correvano.Oggi ero a Roma Termini – binario1. Per commemorare il centenario della traslazione del milite ignoto da Aquileia a Roma, le ferrovie e il ministero della difesa hanno allestito un treno del tutto simile a quello che nel 1921 portò a Roma il soldato sconosciuto. Ho fatto la fila e sono salito a bordo di una carrozza di 2^. Odore di creolina e fumo di sigaretta, legno lucido e grasso sui respingenti. Lo stesso del binario 1 a Perugia. Ho cercato gli AUC di Foligno; il bersagliere con il fez e la coppia di marinai. Ho cercato i due fidanzati e anche mia nonna che vedeva i treni prima che arrivassero. Non c’era nessuno, ma io ero lì perché un treno così aveva portato il corpo di un soldato che poteva essere uguale a quelli che avevo visto da bambino a Perugia aspettando l’accelerato per Foligno. In fondo il Milite non è davvero ignoto. Ha la faccia di tutti noi italiani. Anche quella di mia nonna.